Tratto da catalogo Pao Atelier – giugno 2007
“Non è facile parlare della diffusione del contemporaneo nelle Marche, una delle regioni italiane che hanno dimostrato minore disponibilità ad aprirsi all’arte contemporanea delle ultime generazioni. Eppure, non si può dire che siano pochi e di scarso valore gli artisti che hanno tenuto alto il vessillo della “marchigianità” nel corso del Novecento. Penso ai cardinali fiammeggianti di Scipione, alle sognanti Amalasunte di Osvaldo Licini, alle intense sculture in terracotta di Nanni Valentini, ai volti immobili delle divinità su mere che emergono dalla misteriosa oscurità dei dipinti di Gino De Dominicis, e infine ai disegni scaturiti dalla fantasia febbrile di Enzo Cucchi, nati sulle rive dell’Adriatico, che Cucchi definisce “il mare della pittura”. Ma nonostante questo albero genealogico così carico di maestri venuti alla luce tra Macerata, Ascoli Piceno, Pesaro e Ancona, sono ancora pochi i luoghi che le Marche hanno voluto realizzare per la promozione del contemporaneo, impegnati in una programmazione regolare e di indiscussa qualità, in grado di confrontarsi con le altre realtà museali dell’Italia Centrale, dal museo Pecci di Prato al palazzo delle Papesse di Siena al neonato MAMBO di Bologna. Non che manchino gli spazi, anzi. Dalla Mole Vanvitelliana di Ancona al palazzo Ducale di Urbino, dalla Rotonda di Senigallia alla Torre di Cagli, fino ai Bastioni di Fano, città , borghi e campagne marchigiane non sono certo avare di edifici storici che potrebbero facilmente accogliere una rete di spazi destinati al contemporaneo , che potrebbero riprendere in grande il modello dello SPAC , avviato qualche anno fa dalla provincia di Pesaro con un certo successo e condotto con tenacia e determinazione da Simonetta Romagna. Per questo , in qualità di direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, che sta cercando di portare avanti una seria politica di promozione dell’arte nazionale e internazionale in terra marchigiana, mi sono permesso di spendere due parole di elogio per l’attività di PAOATELIER, il sodalizio composto da Silvia Caringi e Omar Toni che da anni coniuga arte e architettura di qualità attraverso interventi ad ampio raggio, sempre supportati da una ricerca di forme e materiali davvero esemplare.
Un’attività condotta con forza e consapevolezza, che merita di essere valorizzata proprio per questa vocazione eclettica in grado di unire suggestioni provenienti da ambiti diversi ma spesso complementari. Una parola di lode va anche all’amministrazione di Fano, che ha cominciato a muovere i primi passi nel complesso e affollato panorama del contemporaneo attraverso una prima, e giusta, promozione delle presenze più interessanti e dinamiche attive nel territorio, come PAOATELIER. Un primo passo al quale sarebbe interessante far seguire la creazione di un’istituzione preposta alla formazione di una vera e propria cultura dei linguaggi artistici contemporanei nazionali e internazionali, per avviare un’attività permanente in grado di presentare ad un pubblico sempre più attento e informato i protagonisti dell’arte italiana delle ultime generazioni.” Ludovico Pratesi Direttore Artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro